Oggi parliamo di Suggest o Autocomplete, un servizio introdotto nell’ormai lontano 2008 (in realtà la prima beta si vide già nel 2004) da Google con lo scopo di aiutare gli utenti ad effettuare ricerche con più facilità e parleremo del recente annuncio che comunica che l’accesso agli API del suggest sarà bloccato prossimamente.
Lo strumento offre previsioni e suggerimenti agli utenti nel momento in cui cominciano a digitare i primi caratteri della query all’interno della casella di ricerca. In base ad un incrocio di valori e ricerche correlate in memoria, il motore oggi è in grado di offrire il miglior suggerimento possibile agli utenti evitando (nella maggior parte dei casi) la digitazione di tutta la query.
Non illustreremo in questa sede il funzionanto del suggest e di come Google decreta l’inserimento di un termine piuttosto che di un altro all’interno dei suggerimenti agli utenti di ricerca. Diciamo che principalmente Google offre questi risultati in base a molti fattori come ad esempio:
- Frequenza di ricerca della query
- Suggerimenti variati su regione e lingua
- Ricerche precedenti (cronologia delle ricerche dell’utente)
Questi tre fattori principalmente (ma anche molti altri) influenzano la presenza o meno di un termine all’interno del completamento automatico.
Le potenzialità del Suggest
Questo servizio ha subito rivelato le sue potenzialità anche ai marketer e sopratutto ai SEO che si basano tutt’oggi sui risultati di questo strumento per delineare una strategia di ottimizzazione partendo da una approfondita Keyword Research. Sappiamo bene che i termini che compaiono all’interno del suggest sono strettamente correlati tra di loro dalla digitazione e sopratutto sono stati inseriti dal motore perché fortemente cercati. Il suggest è giunto quindi a rappresentare quel valore di popolarità “invisibile” di una KW che sta esattamente tra lo ZERO del Keyword Tool (Average Monthly Search) e le centinaia di ricerche mensili.
Per questo scopo sono via via nati degli strumenti più o meno free (primo su tutto l’italianissimo Ubersuggest) che si agganciano a queste informazioni e che ci offrono l’opportunità di poter analizzare tutti i suggerimenti possibili partendo da una query semplice. Ecco una schermata del funzionamento di Ubersuggest.
Bloccati gli accessi non autorizzati all’API di Suggest
Il comunicato ufficiale di Google in sintesi dice a tutti i webmaster che nell’interesse di mantenere l’integrità del completamento automatico come una funzione integrata della ricerca in Google, l’accesso non autorizzato agli API verrà limitato. Ed aggiunge:
Il nostro scopo è fare in modo che gli utenti utilizzino il suggest per come è stato progettato.
Ora che ne sarà dei tool che utilizzano l’interrogazione massiva del suggest non lo sappiamo.
Quello che sappiamo è che sicuramente questo intervento cambierà qualcosa nel loro funzionamento e nella peggiore delle ipotesi nelle metodologie strategiche di ogni SEO che si accinge a costruire una strategia di ottimizzazione.
Sulle pagine di Retrieval nei prossimi mesi ci saranno sicuramente approfondimenti e punti di vista in ottica di alternativa all’utilizzo di questa funzione qualora non fosse più disposta dai Tool.
Buone cose.